Ikea, considerazioni di un cittadino
|Un concittadino ha risposto recentemente con un commento in un precedente post dedicato alla vicenda Ikea. Attualmente la situazione è in fase di stallo ma continua il tiro alla fune tra Cormano e Paderno Dugnano. In particolare, nel suo commento Andrea C. si riallaccia all’ultima proposta del ostro primo cittadino di offrire al colosso Svedese/Olandese l’area ex. Tonolli. Personalmente, per le perplessità che nutrivo verso il progetto preliminare, la proposta di Alparone sembra migliorativa e risolve alcune delle criticità che avevo espresso. Non è la soluzione ideale ma è comunque una soluzione migliore.
Andrea C. non sembra comunque d’accordo ed avanza una serie di perplessità alle quali mi è sembrato giusto dare l’evidenza di un post dedicato. Lascio quindi volentieri la parola ad Andrea.
QUI il post al quale si riferisce e dove è possibile leggere il messaggio al quale Andrea risponde:
Per il Sig. Alberto di Via Battisti; mi scuso del ritardo nella risposta perchè ho letto solo ultimamente i suoi post. Spero abbia occasione di leggere la mia risposta. Nessuno sta discutendo il marchio Ikea, se piace o non piace, se funziona o non funziona, il problema è un nuovo centro commerciale a Paderno (al confine con Cormano, per giunta di fianco alle giraffe, un multisala già di notevole richiamo per le auto, o nell’area ex tonolli come riportato ultimamente da un giornale, poco importa).
Il problema è che a Paderno ci sono già Carrefour, Gran Casa, Leroy Merlin e Giraffe. Tutti sono dei calamita auto. E sono quattro. Non uno o due. La viabilità è abbastanza critica per via delle molte superstrade/strade provinciali, che letteralmente circondano la nostra cittadina, da nord a sud, da est ad ovest. Mi-meda, Rho-monza, Comasina, Vecchia valassina e (poco più sotto) Saronno-monza.
Che tra l’altro contribuiscono anche a convogliare ed alimentare il traffico verso gli shopping center. La situazione, come traffico,inquinamento, smog, non è il massimo. Anzi, non va per niente bene. Trovo molto semplicistiche e sbrigative le sue considerazioni sul fatto che l’insediamento di Ikea non faccia peggiorare significativamente l’inquinamento.
Anche perché non capisco come faccia a calcolare che il peggioramento non sarà significativo. E non capisco l’affermazione sull’inquinamento viaggi per Km al fine di cercare di dimostrare l’ineluttabilità della nostra condizione. E forse per giustificare gli immobilisti. Certamente, stiamo parlando di particelle fini e finissime, e quindi l’effetto del vento c’è, ma non è semplicemente quello di uno spostamento tel quel, come se si trattasse di una mongolfiera, ma si tratta di dispersione e di diluizione. Ha mai sentito parlare di traffico di prossimità? Ha mai sentito parlare di esposizione agli agenti inquinanti?
Abitare in prossimità di arterie stradali ad alto traffico, incroci congestionati e centri commerciali (che di norma si appoggiano, sfruttandolo, ad arterie stradali di grande flusso e passaggio) non causano la stessa esposizione che abitare a debita distanza di 1 km, 2km etc., ma molto superiore. Afferma un ricercatore di un centro di ricerca ambientale: “Le polveri che costituiscono il PM10 possono anche in parte arrivare da lontano, ma l’esperienza ci insegna che alti livelli di PM10 si verificano durante i periodi di alta pressione in assenza o quasi di vento, dunque polveri prodotte “in casa” ” Gli esperti, i medici, i centri di ricerca tendono a fissare fino a 500 metri (ovviamente dipende dal volume di traffico)la distanza entro la quale l’esposizione è significativa.
1 anno fa circa, durante un incontro pubblico organizzato dal CCIRM (Comitato per l’interramento), presso l’oratorio di Paderno, tra gli altri fu invitato uno specialista dell’Istituto dei Tumori per parlare del rischio malattie connesso alla vicinanza ad un’arteria stradale trafficata, il quale disse che l’esposizione massima verso gli agenti inquinanti emessi dai gas di scarico si aveva nel raggio di 250 metri. Quindi c’è un legame tra distanza ed esposizione. Eccome. E’ chiaro che poi oltre all’inquinamento di prossimità, ci sia quello a lunga distanza (determinato da fabbriche, scarichi nell’atmosfera ed una quota parte, perchè diluito, di inquinamenti di altre prossimità).
Sul secondo è difficile che un Comune possa incidere, certamente che, se quando il Comune di Milano e altri Comuni limitrofi fanno il blocco, e noi no, la sinergia non è delle migliori. Può e deve intervenire il nostro Comune per mitigare il primo livello, quello di prossimità, per esempio evitando di cronicizzare ulteriormente il traffico e quindi l’inquinamento in una cittadina qual’è Paderno. Desidero ricordarle, se ce ne fosse bisogno, che nel nostro organismo cè un effetto accumulo delle sostanze inquinanti. E che nel Comune di Cusano si è costituito un movimento per contrastare l’arrivo di Esselunga, nonostante a Cusano non vi siano già come da noi Carrefour, Gran casa, Leroy Merlin e Le Giraffe.
Lei ha detto che la situazione è tanto critica ormai che peggiorarla è difficile, o se succede la differenza è minima. Io considero questo un pensiero molto semplicistico e di notevole superficialità, visto che lei non è solo responsabile della sua vita, ma anche, soprattutto, di quella di sua moglie e dei suoi figli. Tra l’altro donne e bambini sono soggetti molto più a rischio perchè hanno un ritmo respiratorio più frequente (le donne inoltre hanno vie respiratorie più strette e i bambini sistema immunitario debole). Dobbiamo morire tutti, ma non per questo bisogna farlo il prima possibile….non crede?
Quando si prospetta un insediamento del genere, con un bacino di utenza potenziale di almeno un milione di clienti, con un parcheggio più grande di quello di Corsico, con diverse migliaia di macchine che visiteranno giornalmente il centro (6000/7000 sino a picchi di 10000 auto al giorno), senza considerare sabati, domeniche, orari serali e giorni festivi dove almeno oggi le vie principali della città (insieme alle arterie principali sopra citate) conoscono una tregua, non si può fare spallucce o fare gli indifferenti. E per avere una misura dell’impatto ambientale segnalo che il Villaggio ambrosiano ha meno abitanti del numero di auto che visiterebbero giornalmente Ikea sita al Villaggio.
Una città di auto che si muove dentro un quartiere. Paderno Dugnano nella sua interezza ospita circa 20 000 famiglie per un totale di 47 000 abitanti. Per vie principali della città intendo anche via cesare battisti che lei conosce benissimo, che viene notoriamente utilizzata dai locali oltre che dagli abitanti delle altre città come scorciatoia per raggiungere le loro mete. La lotta del Comitato per l’interramento ( e la lotta contro l’Inceneritore), che lei sostiene moralmente, è stata fatta proprio per salvaguardare il nostro territorio e la qualità della nostra aria da ULTERIORI compromissioni.
Non è un vezzo. Come ora, alla stessa stregua, si sta cercando di salvaguardare il territorio e le nostre case (ivi compresa la sua) dal problema che causerebbe l’apertura di un nuovo centro commerciale, a prescindere dall’insegna. Impatto sull’economia locale dell’insediamento: Ikea ha un posizionamento strategico molto particolare, può portare molti danni all’economia locale. La collocazione geografica a ridosso del distretto brianzolo non è assolutamente casuale e le dinamiche di acquisto delle fascie intermedie dei consumatori sono molto più elastiche di quanto non si creda. Ed Ikea questo lo sa. A maggior ragione durante una congiuntura economica sfavorevole. La fedeltà al punto vendita (store loyalty) non è imperitura, è un processo in divenire, una sfida continua. Per quanto riguarda il problema legato all’attraversamento che lei ha rilevato per l’eccessiva velocità, vorrei esprimere la mia opinione.
Sono daccordo con lei, è un problema. Come cè il problema che la rotonda di via C. Battisti, uno dei accessi strategici alla città, sia abbandonata a sé stessa e non curata con il dovuto modo (da alcuni mesi sono stati posti dei cartelli per la ricerca di sponsor, questo dopo mia esplicita lamentela all’assessore ed al presidente di quartiere, per la mancanza di attenzione). Come c’è il problema dei sanpietrini che, dove vengono via, vengono sostituiti con delle chiazze di catrame (se andrà a vedere l’edificio nuovo di fianco all’Antares vedrà che, nel marciapiede, le orribili chiazze sono state sostituite con i sanpietrini, dopo mia esplicita lamentela). Ci sono altri punti che malauguratamente presentano chiazze e sono da riportare alla normalità. Come cè il problema in via battisti della coda di macchine- a volte sino all’asilo- con motore acceso durante la sosta del passaggio a livello o come il problema dei tir, camion, autoarticolati, che passano nella stessa via.
Spero lei abbia segnalato all’amministrazione il problema che ha notato, come noi abbiamo provveduto a segnalare quanto da noi notato. Dircelo tra noi non serve, non crede? In linea di massima è vero, ci sono problemi grandi e altri sono più piccoli; fortunatamente un Comune è costituito da una squadra di assessori, ognuno con incarichi specificatamente diversi, più un sindaco ed un vicesindaco. Questo per garantire la continuità dei servizi e la risoluzione di problemi di natura differente. Persone specifiche per compiti specifici. Il fatto che ci siano problemi più di ampia portata non può esimere il comune da non affrontare quelli ordinari. O viceversa. E non può esimere nemmeno noi cittadini a preoccuparci solo della cosa piccola o solo della cosa grande, se entrambe sono una minaccia per la nostra casa e la nostra famiglia. Facendo altrimenti, imbocchiamo solo la più comoda delle scorciatoie, il pensare cioè che ci sia sempre un altro problema più meritevole della nostra attenzione; senza affrontare né l’uno, né l’altro. Si chiama benaltrismo.
Leggo quotidianamente il suo e gli altri blog di Paderno, quindi ho prontamente letto il suo articolo di risposta, apprezzando molto.
Le premetto: mi interesso dell’inquinamento, non sono un estremista in questo, ma cerco di fare il mio piccolo. Curo molto la raccolta differenziata, ho abbandonato l’acqua in bottiglia per rifornirmi presso il distributore posto alla AGES, compro formaggi nella cascina di Varedo perchè apprezzo i prodotti a KM 0, abbiamo scelto la nostra casa perchè potevano fare molte cose muovendoci a piedi / bicicletta ed andare al lavoro usando i mezzi etc etc Ma…ultimamente ci si oppone a qualunque nuova opera, o almeno, basta non sia fatta da me. In questo il CCIRM è esemplare perchè non si oppone, ma propone alternativa migliorativa.
Sul come incida l’inquinamento possiamo parlarne per mesi, siamo pieni di studi che dimostrano tutto ed altri che smentiscono e ridefiniscono. Uno studio mostrava come alcune vette dei miei adorati appenini nella zona tosco-emiliana risultavano essere inquinatissimi. Parma subiva pesantemente il flusso dell’autostrada A1 senza ottenere risultati a fronte di varie iniziative anti inquinamento operate in città.
Tornando al punto iniziale però, è davvero svantaggiosa l’Ikea a Cormano? Anni fa era situata in Fulvio Testi prima di spostarsi a Carugate. Ora ritorna in questa zona per ovvia copertura della città vedendo dove sono situate le altre 3 sedi milanesi. Si può intuire, se non sarà Cormano non sarà molto lontana e prima o poi un comune vicino che dia il via libera lo troveranno. Purtroppo viviamo in una zona fortemente inquinata, eviteremo forse l’Ikea, ma sono convinto che non cambierà molto l’inquinamento. Il problema reale, in fondo, è il numero impressionante di case costruito sulla viabilità della Milano-Meda. Quando ero “piccolo”, ricordo che la domenica andando dai parenti a Bovisio trovavamo coda solo in zona Euromercato nelle domeniche prima di Natale. Ora è la normalità praticamente ad ogni ora. Magari molti sono li perchè vanno a prendere le tangenziali con cui recarsi all’Ikea di Corsico o quella di Carugate? Discorso legato male, purtroppo lo scrivo in un momento di lavoro. In ogni caso, magari un’Ikea a Cormano comporterà meno inquinamento in senso globale andando a posizionare un nuovo punto vendita in una nuova zona. Certamente io inquinerò di meno, nel mio piccolo, perchè potrò andarci a piedi o in bicicletta mentre ora devo fare quasi 50 km in auto tra andata e ritorno. Altri invece verrano in auto vicino a casa mia, ma resta da vedere a livello generale quanti faranno meno km rispetto ad ora, quanti ne faranno di più?
Le confesso che faccio veramente fatica a trovare ricerche discordanti sul traffico di prossimità e sugli effetti che provoca al nostro organismo.
Perchè è di questo che stiamo parlando.
Quello che mi colpisce, tra le altre cose, e che mi ha confermato nell’ultimo post è di come lei parla del CCIRM, ne parla come un’entità esterna, ne parla da osservatore, da figura superpartes, come se la cosa non la toccasse direttamente.
Ed invece, se ho bene capito lei abita in Via Battisti, e la cosa la tocca direttamente, eccome se la tocca.
Molto di più, per quanto sia meritevole di attenzione, di Parma e dell’appennino.
Se noi parliamo dell’Appennino, e sull’appennino parlano delle Alpi, e nelle Alpi parlano di Milano, ed a Milano parlano di Roma, finiamo solo per distrarre sempre l’attenzione dal discorso iniziale e questo non serve ad affrontare i problemi più di diretta competenza.
Attenzione, non intendo che siano gli unici, intendo solo che ve ne siano alcuni più direttamente controllabili.
Il CCIRM è costituito da normalissimi cittadini, che, come lei, hanno una famiglia, lavorano, ed abitano vicinissimo a lei, quindi vicinissimo all’ecomostro. Hanno organizzato incontri informativi, newsletter di aggiornamento, tavoli tecnici e raccolte di firme per coinvolgere – e non semplicemente per essere sostenuti “moralmente” – la popolazione locale in quella che è una battaglia comune, e non solo di uno sparuto numero.
Personalmente ho partecipato a diversi di questi incontri, relativamente alle mie possibilità, e anche recentemente a quello dedicato all’impatto dell’opera su Via Battisti e immediati dintorni. Non ricordo di averla vista a nessuno di questi, perchè ormai conosco i partecipanti della zona.
Spero almeno che abbia firmato la petizione per l’interramento rivolta alla provincia e l’abbia fatta girare tra le sue conoscenze.
Desidero sottolineare che nel discorso dell’interramento, il Comitato ha proposto un’alternativa. perché c’era ragionevolmente lo spazio per proporre un’alternativa, che tra l’altro è una soluzione adottatissima in altri paesi; ma nel caso dell’Ikea (o di qualsiasi altra insegna) ,che deve essere valutata non per il marchio, per cui lei tifa, ma RELATIVAMENTE al contesto in cui viene calata, mi scusi quale sarebbe l’alternativa?
Il giochetto del “devi sempre proporre un’alternativa”, con me non funziona.
E non funziona perché la proposta iniziale non sta né in cielo né in terra, nel nostro contesto.
Ripeto, nel nostro contesto, cioè a Paderno.
A proposito di sì e di no.
Le ricordo che Paderno Dugnano ha detto sì al Carrefour (ora con annesso Darty), che nel lontanissimo 1975 si chiamava Euromercato e fu uno dei primissimi centri commerciali in Italia.
Per l’esattezza il secondo in Italia.
Secondo, in tutta Italia, e desidero ripeterlo.
L’insediamento incassò un’apertura di credito fortissima da parte della cittadinanza e questo permise alla GDO, pian piano, di espandersi in tutto il territorio.
Però a Paderno fu uno dei primissimi, se lo ricordi.
Ed è stato fatto da noi, non da altre parti.
Abbiamo detto sì al Gran Casa/Brico. Ed è stato fatto da noi, non da altre parti.
Abbiamo detto sì al Leroy Merlin. Ed è stato fatto da noi ( al confine ma poco, cambia), non da altre parti
Abbiamo detto sì alle Giraffe. Ed è stato fatto da noi, non da altre parti
Abbiamo detto sì all’Iperdì in Comasina. Ed è stato fatto da noi, non da altre parti.
E ora c’è Ikea.
Quanti Comuni in Italia, hanno questo numero di GDO?
E mi riferisco a Comuni, ovviamente, di dimensioni analoghe.
Quanti ce ne sono?
Vogliamo parlare dei Comuni che, nemmeno tanto lontani, non ne hanno nemmeno uno di centro commerciale, o non ne vogliono aprire un secondo.
La nostra città deve continuare a immolarsi sull’altare della GDO quando ha già concesso molto spazio agli stessi?
Se l’insediamento verrà fatto in altri comuni, dove non ci sono centri commerciali, e dove non ci sia un rischio di congestionamento del traffico – in un ottica globale- bè non avrò nulla da eccepire.
Ma Paderno Dugnano deve diventare la capitale dei centri commerciali?
Io trovo che in un ottica di miglioramento globale, la situazione migliore sia quella dove gli shopping center non siano concentrati in un’unica zona, anche per favorire un flusso meno imponente.
Il mezzo bicicletta, per andare nei shopping center è usato da una minoranza; la stragrande maggioranza di chi va nei centri commerciali usa l’auto, per cultura, abitudine, e lo testimoniano i 2000 posti auto (non 2000 posti bici).
Basta vedere il parcheggio delle Giraffe, e lei dalla sua posizione, godendo di una vista fantastica, potrà notare quanti scelgono di andare al cinema in bici e quanti in auto.
E queste persone, ricordo, non devono comprare nulla.
Nulla.
Sulla questione da lei posta su quanti faranno più km e quanti ne faranno meno, ritengo che la questione sia assolutamente fuorviante.
Evito per comodità di parlare di isocrone, indici di baricentricità, coefficienti di penetrazione etc etc, per non mettere in difficoltà i non addetti ai lavori, ma che Ikea usa e conosce per le proprie analisi ed i suoi studi preventivi.
Ikea quando studia un nuovo insediamento lo colloca in una posizione tale da non entrare in competizione con un altro Ikea e questo per minimizzare l’effetto cannibalizzazione del fatturato.
Insomma un nuovo punto vendita per nuovi clienti.
Un nuovo punto vendita su cui graviteranno dei nuovi clienti con le loro macchine, salvo qualche eccezione.
E sul perché del nostro territorio ho già spiegato.
Probabilmente stiamo già vivendo in una zona fortemente inquinata, o compromessa dall’inquinamento, ivi comprese le donne ed i bambini che sono più esposti, ed ivi compresa la sua famiglia.
Come ce ne saranno altre, senza dubbio. E’ superfluo solo citarlo.
Sapendo di vivere in una situazione critica, e trovandosi in questa zona, non in quell’altra, il cosidetto “nel mio piccolo” rischia di essere leggero come un colpo di spugna.
Perché, sapendo di vivere in una situazione critica, bisogna impegnarsi di più, non di meno.
P.S.Il reiterato passaggio di camion, autoarticolati, bisarche nella nostra via e le auto accese al passaggio a livello abbassato, secondo lei sono un male necessario o un male evitabile?
Parto dal fondo. Se ben ricordo la situazione traffico in Battisti era notevolmente peggiore prima del ponte sulla ferrovia. In questo la situazione è migliore. Il motore acceso è questione poi del singolo cittadino più o meno attento alle sue esigenze (ho freddo /caldo quindi tengo acceso). Si potrebbe fare di più aumentando il numero di volte in cui c’è un vigile a verificare il rispetto della normativa (come fatto lo scorso anno in occasione delle giornate più inquinate). Non entro nel tecnico, è evidente la sua maggior competenza nel campo. Ma mi permetta di dire che il suo sminuire il “nel mio piccolo” è profondamente sbagliato. Io comincio a fare la mia parte, ho abituato i miei familiari a fare lo stesso ed ho mostrato i vantaggi di ciò ai vari amici. Magari non sarò in piazza con un cartellone, ma ho contribuito. Discorso CCIRM. Conosco persone che partecipano attivamente, mi duole profondamente non essere assiduo frequentatore, ma sfortuna vuole che abbia un lavoro a turni e due bambini da gestire nel tempo libero. Portare un bambino di due anni ed una di un mese alle assemblee non mi pare fattibile, prendere permessi o altro nel mio lavoro, ci creda o meno, non è fattibile. Questo mi rende meno interessato al problema? Crede davvero che preferisca 14 corsie all’aperto alla soluzione interrata nonostante le cavolate sparate ad arte per far credere che le bocche di uscita siano più dannose? Spero vivamente che vinca l’interramento, ma temo che perda per gli interessi forti che vi sono dietro a questi ed altri lavori. Fattore Ikea…la precedente collocazione era Fulvio Testi, stanno semplicemente tornando a coprire il punto rimasto scoperto dopo lo spostamento a Carugate e si pongono ai 4 angoli della città.
Se poi vuole un esempio di altro paese colpito pesantemente dai GDO, si sposti di circa 23 km e vada a Corsico, primo esempio che mi viene in mente. A memoria: Emmelunga (chiuso come il nostro), Ikea, Chicco, Auchan, Leroy Merlin, Metro, Esselunga, Unieuro, Mondo Convenienza, la statale Vigevanese e la Tangenziale Ovest…
Lei ha tutte le sue ragioni, ma la soluzione quale sarebbe? Ikea in altro comune, meglio se lontano, Milano-Meda perennemente congestionata anche se la 3° corsia consentirebbe di smaltire meglio il traffico se fosse meglio organizzato anche il terminale in città, Rho-Monza fatta ad opera d’arte o lasciata così com’è…insomma, la soluzione alla fine è sempre impedire le nuove opere o farle da altre parti? L’ultima decisione del CCIRM di passare ai blocchi per esempio mi dispiace, ho apprezzato l’essere aperti e propositivi, ma scopro poi che alla fine, se non si ottiene il desiderato si finisce per imporlo come ogni altro comitato.Quasi un ricatto: o si fa come diciamo noi, oppure impediamo qualunque azione. Mi pare una caduta e me ne dolgo. Lei si immagini se in ogni comune si impedisse qualunque nuova opera pensando sia meglio farlo da altre parti o non farlo proprio…
Il ponte è stato fatto per alleggerire la situazione, non per permettere alle auto di stare accese al passaggio a livello o per lasciare che passassero camion 440qli e bisarche.
Non passo nemmeno un secondo a trovare la giustificazione per chi lascia accesa l’auto fregandosene altamente di un’ordinanza del sindaco e fregandosene dell’esigenza degli abitanti locali.
Idem per chi deve trovare soluzione ai camion che passano nel centro città.
Auspicare sic et simpliciter maggiore controlli da parte dei vigili o il dosso all’ingresso città, o invocare attenzione maggiore è assolutamente lecito, ma purtroppo non è risolutivo.
Le invocazioni o gli auspici da soli non si traducono mai in fatti.
A questo mi riferivo quando ho confrontato il “nel mio piccolo” ad un leggero colpo di spugna; era per metterla in guardia dal rischio, umanissimo e che ha riguardato anche me nel passato, di limitarsi al pensiero e di aspettare che gli altri si muovano per risolvere i problemi locali.
E’ il principio del minimo sforzo.
Al netto dei problemi famigliari, personali e lavorativi, l’interessamento è una condizione necessaria, ma non sufficiente per affrontare e risolvere i problemi; senza il sostegno, il proprio interessamento è radente lo zero.
Basti pensare al peso crescente che il Comitato ha assunto via via che il numero di persone (cioè teste votanti), che hanno collaborato attivamente alla causa, aumentava, firmando e presenziando agli incontri pubblici.
Senza bisogno di prendere permessi o di portare dei bambini piccoli agli incontri, poteva per esempio firmare la petizione (stando comodamente seduto in casa e andando su Internet), farla firmare ai suoi conoscenti, che dovrebbero essere sensibili a questi argomenti, magari alcuni di loro sarebbero andati agli incontri, ed avrebbe potuto in occasione degli incontri esporre un foglio A4 di invito nella bacheca del suo stabile.
Penso che questo potesse essere più fattibile.
Circa l’elenco delle Gdo a Corsico da lei fatto: Chicco non fa parte della GDO, Auchan si trova a Cesano Boscone, Metro si trova a Cesano Boscone, Unieuro si trova a Cesano Boscone, Mondo Convenienza si trova a Trezzano.
Per quanto riguarda Paderno Dugnano, a parte Leroy Merlin, invece tutte le GDO menzionate sono sul nostro suolo.
E aggiungo che per semplicità non le ho menzionate nemmeno tutte.
E anche se a Corsico, o in qualche altro paese, ci fosse una situazione del genere, non aggiungerebbe né toglierebbe nulla a quanto da me espresso sull’insediamento in termini di criticità in Paderno.
Pochissimo tempo fa, proprio parlando con un direttore di un giornale, mi confermava la sua sorpresa nel veder la numerosità di GDO a Paderno.
A prescindere dalla posizione in classifica per numero delle GDO, la mia era una domanda retorica, non aveva un obiettivo di censimento e scientificità, ma volta a sollevare una questione. Anche se non è difficile immaginare in che posizione della classifica noi siamo.
Lei ha spaziato su diverse problematiche, dai problemi di Parma all’Appennino tosco Emiliano, dai dossi alla terza corsia sulla MI- Meda, mi scusi ma non capisco cosa c’entrano con le criticità dell’Ikea in Paderno.
Forse per dimostrare a tutti costi l’ineluttabilità della nostra condizione (tanto l’aria che respiriamo è la stessa di Milano, o di altre zone, tanto la situazione non peggiorerà significativamente, si affrontano sempre problemi grandi e si lasciano perdere quelli piccoli, tanto i politici si convincono facilmente quando arrivano certi colossi, meglio non chiedersi cosa respiro).
Insomma, inutile disperarsi dice lei.
Tanto dobbiamo morire tutti, prima o poi, starà pensando.
Ripeto, in condizioni critiche bisogna impegnarsi di più, non di meno.
Perché penso che abbiamo già abbastanza problemi nel nostro territorio ed immolarlo, ancora di più, per fare un piacere a qualcuno non ci penso nemmeno.