Paderno Dugnano come il Vajont
Riprendo con questo post la categoria delle recensioni, allargandola ad alcune considerazioni territoriali. In questi giorni, durante il poco tempo libero ho terminato la visione del meraviglioso spettacolo che Marco Paolini tenne sul luogo della catastrofe del Vajont (lo so, le pubblicazioni sul blog ne hanno risentito, ma tant’è). La trasmissione del RACCONTO DEL VAJONT (in diretta su Rai 2 il 9 ottobre 1997) ha ricevuto l’Oscar della televisione come miglior programma del 1997, ‘Premio Speciale Ubu’ 1995 per il Teatro Politico, ‘Premio Idi’ 1996 per la migliore novità italiana. E’ una storia che avendo la possibilità andrebbe ‘bevuta tutta di un fiato’ e comunque, viene difficile interromperne la visione perchè la narrazione coinvolge, le brevi diversioni dell’attore alleggeriscono la storia intricata di interessi politici, economici e responsabilità che hanno condotto a una tragedia assolutamente prevedibile ma che per cecità e interessi ha causato più di 2.000 vittime.
Durante la visione dello spettacolo mi sono trovato spesso a sostituire il nome di politici dell’epoca con politici attuali e nomi di paesi e frazioni con quelle di città e quartieri del nostro territorio. Le corrispondenze e il fatto che la storia degli errori commessi nel lontano 1963 si potessero quasi sovrapporre a quella di oltre 40 anni dopo mi ha spaventato non poco. La domanda è quella che tutti i cittadini coinvolti a Paderno Dugnano e i Comitati in primis si stanno facendo da quando è iniziata la lotta: ma allora non si è imparato nulla.
La SADE di allora, la società privata che voleva a tutti i costi la diga non è lontana dalla Serravalle di oggi. Erto, Casso e Longarone, i paesi che vivevano con la spada di Damocle della frana sulla testa non sono tanto lontani dalla Paderno Dugnano di oggi, da Novate, da Bollate.
Lasciamo stare i politici, gli interessati, le collusioni e le commissioni varie perchè ci si potrebbe tranquillamente infilare dentro qualsiasi di quelli coinvolti oggi nella vicenda Rho-Monza, raccogliendoli a piene mani.
E’ vero quello che ha dimostrato De Nicola con le sue numerose affermazioni; nonostante si sia nel 2010 molti si sono fermati al 1963.
Anche oggi con la vicenda della Rho-Monza si sa benissimo a cosa si va incontro e forse, quando i risultati dello studio del dott. Crosignani saranno terminati si scoprirà che i morti stimati per la riqualificazione della Rho-Monza seguendo il progetto preliminare saranno ben più dei 2000 del Vajont. L’ondata d’inquinanti assolutamente prevedibile e calcolabile se ne porterà via molti di più. In pratica in 40 anni l’unico risultato che si è imparato dagli errori fatti e quello di riuscire a farli meglio e più catastrofici.
Il punto di vista politico della vicenda Vajont è stato magnificamente descritto nel suo libro ‘Sulla Pelle Viva’ da Tina Merlin, l’unica giornalista del tempo che capì la gravità della situazione ed ebbe il coraggio di affrontarla e di renderla pubblica.
Il Vajont ha dimostrato chiaramente quale può essere l’unico risultato possibile nel momento in cui interessi pubblici e privati si allearono a politici corrotti per realizzare enormi benefici in denaro e in potere alle spalle di povera gente, infischiandosene di leggi, regolamenti, di sollecitazioni alla prudenza da parte di alcuni Comuni (quelli con amministratori non corrotti o conniventi) e di alcune persone oneste (pochi giornalisti tra cui la stessa Tina ed alcuni tecnici che effettuarono rilevazioni “indipendenti” di queste zone) sempre inascoltate.
Oggi nella vicenda Rho-Monza si può affermare qualcosa di differente o le coincidenze e le sovrapposizioni mostrano un’inquietante corrispondenza?
Già che ci siamo vogliamo metterci dentro anche la storia dell’Inceneritore, dove un Istituto di ricerca quotato come il Mario Negri arriva a produrre relazioni nelle quali si arriva a dichiarare che un Inceneritore in prossimità di zone densamente abitate e già compromesse non potrà causare danni?
Si è vero, c’è già stata una frana in tempi antichi, la parete del monte TOC mostra già segni d’instabilità ma la costruzione di una diga non dovrebbe compromettere significativamente la situazione…..2000 morti.
Vogliamo che si ripeta o qualcuno rinsavisce e decide di passare una volta tanto alla storia per lungimiranza e senso di responsabilità.
Ah, a proposito, giusto per non dimenticarci nulla di quanto recentemente e tristemente si sta sviluppando sul nostro territorio. Durante la costruzione della diga del Vajont persero la vita non meno di 10 operai. Viene in mente niente? Con la chimera di occupazione e benessere, già all’epoca furono messi a tacere o comprati quanti avrebbero potuto opporsi.
Le persone oneste non dovrebbero mai dimenticare queste vicende!
Perdere la memoria o non voler conoscere fatti come questi è come non volere la democrazia e preferire una dittatura dei poteri forti e corrotti.
Chiudere gli occhi su quelle vicende, significa anche permettere che altre malefatte continuino a capitare (e infatti molti disastri simili sono avvenuti di nuovo negli anni successivi fino ai giorni nostri…).
Termino con le parole della prefazione del libro di Tina Merlin dove ancora una volta, l’attualità dei concetti che esprimono suona sinistramente inquietante:
” ..”Sulla pelle viva” è un libro sul potere come arbitrio e sui mostri che può generare.
L’arroganza di troppi poteri forti.
L’assenza di controlli.
La ricerca del profitto a tutti i costi.
La complicità di tanti organi dello Stato.
I silenzi della stampa.
L’umiliazione dei semplici.
La ricerca vana di una giustizia.
Il crollo della fiducia in una repubblica dei giusti.
C’è tutto questo nel racconto di Tina Merlin.
E sta in questo la modernità bruciante del suo libro.. ”
(dalla Prefazione di Giampaolo Pansa)
IL TESTO DE ‘IL RACCONTO DEL VAJONT’ È PUBBLICATO DA GARZANTI, MILANO 1997
Il video dello spettacolo è pubblicato da Einaudi, Torino 1999
Ottimo articolo Massimo.
Segnalalo direttamente al De Nicola ed a tutti coloro che credono di poter fare il bello ed il cattivo tempo. Finite le dispute amministrative, con tutti i documenti raccolti e con gli esiti delle perizie in corso, se non cambieranno le cose, partiranno le azioni penali e queste non saranno rivolte ad un generico ente “provincia”, ma saranno “ad personam”, cioè contro “Nome e Cognome”.
Come si dice: “uomo avvisato, mezzo salvato”. Se poi l’interlocutore se ne fotte, non pianga dopo.
Chi ci ritiene delle “merdacce” sarà ripagato con la stessa moneta. Possibilmente anche peggio.
Bellissimo articolo e giusto abbinamento.
Sono inorridita dalla ciecità e dal menefreghismo di questo “Assessore”, inoltre chiamarlo con questo titolo è un offesa alla carica.
Parlo per la mia esperienza nei confronti di questo essere il quale non si degna di rispondere ad una lettera protocollatagli nello scorso giugno 2010, dove lo porta a conoscenza di un censimento di ben 773 minori, inoltre ci offende dicendoci che siccome non sia a Capri non possiamo pretendere di vivere in un ambiente salubre e dignitoso, esiccome i Padernesi sono per lui compresi i bambini delle “merdacce” questo è quello che ci meritiano, poi secondo lui il sacrificio di pochi vale il beneficio di molti (nella sua testa siamo 4 gatti…anzi se può ci asfalta con la sua auto con tanto di catene da neve, possibilemente della Koenig), terzo lui crea lavoro e ricchezza: mi chiedo e si chiedono tutti lavoro per chi? e udite udite ricchezza di chi? Ovviamente siccome noi Padernesi non siamo dei deficenti, come ci crede lui…ci siamo già dati le nostre risposte…
Leggete e rileggeteci ciò e tiratevi le vostre conclusioni, se poi avete un cuore e siete dei genitori non potete far altro che essere incazzati quanto lo sono io.
Saluti
Per ulteriore informazione questo è l’ELENCO pubblicato sul sito della trasmissione “Vieni via con me” inviato da mio figlio il gg 26/11 alla 11.28, i quali li ringrazio infinitamente per non aver cesurato ciò adesso tutta italia sa del ns. infernale problema:
Edoardo figlio di Stefania di Paderno. Ecco perchè voglio bene a mia mamma: perchè mi ha insegnato cosa è il senso civico di battersi per gli altri e per noi figli:
LISTA DEI PERCHE’ DEVONO INTERRARE IL NUOVO TRATTO LA RHO-MONZA:
– perchè lo chiedono tutti i cittadini di Paderno Dugnano, Sindaco compreso;
– perchè il comitato dei cittadini CCIRM si sta battendo in ogni modo per ottenere questo risultato;
– perchè abbiamo fatto il censimento di fanciulli residenti nella tratta interessa e ci siamo appellati alla carta dei diritti dei bambini sancita dall’Onu, lista spedita al Capo dello Stato;
– perchè abbia fatto il progetto di interramento gratuitamente, ed è stato rigettato;
– perchè il diritto alla salute è sancito dalla Costituzione;
– perchè la salute non ha prezzo;
– perchè adesso c’è già la Milano-Meda e lato di questa, a ben 10 dalle case, da una scuola elementare, da un centro pediatrico e da un centro anziani costruiranno questa camera a gas;
– perchè a noi Padernesi non ci sta bene questa frase “il sacrificio di pochi vale il beneficio di molti” ;
– perchè a noi Padernesi non ci sta bene questa frase “cosa pretendete non siete mica a Capri”
– perchè se questa infrastruttura è pensata per l’EXPO allora che sia fatto nella filosofia del loro motto
Ciao!
Vedo solo ora il vostro blog e mi colpisce questo commento…molto!
Io sono della provincia di Bergamo, quindi molto vicino a Paderno e zone limitrofe…ma sono anche vicino al Vajont, in quanto da più di due anni sto riproponendo il racconto del Vajont di Paolini nella mia zona ma anche in altre regioni, con l’autorizzazzione degli stessi Paolini e Vacis, autori del testo…nonostante io sia un dilettante sto raccogliendo delle buone risposte in termini di “riflessioni” che si scatenano grazie a quel testo…
Non so se fate parte di qualche associazione o ente, ma vi direi, se la cosa può interessare, che potrebbe essere proponibile organizzare una serata di sensibilizzazione sul tema nel vostro territorio, proponendo questo racconto con il collegamento alla realtà che vivete…
Se pensate che la cosa possa essere fattibile fatemi sapere…magari passate a trovarmi in facebook… ciao!
Omar Rottoli